Uno degli aspetti importanti da considerare quando si implementa un sito e-commerce è la modalità di pagamento offerta ai propri clienti: c’è ancora qualcuno restio ad attivare forme di pagamento online, tuttavia difficile pensare che l’utente che acquista sul web accetti di utilizzare forme di pagamento “manuali” (il bonifico bancario, ad esempio) per l’acquisto di prodotti e servizi online. Probabilmente sceglierà di non acquistare e cambierà e-commerce, andando inevitabilmente da un concorrente. Fosse solo per il fatto che il pagamento automatico è una sorta di “conferma” dell’ordine che non richiede ulteriore sforzo da parte dell’acquirente.
I cosiddetti gateway di pagamento sono degli intermediari tra la piattaforma e-commerce e i processori di pagamento: prendono in carico i dati di pagamento indicati dall’acquirente in fase di acquisto e utilizzano una tecnologia dotata dei necessari criteri di sicurezza per garantire la corretta transazione della richiesta al processore del pagamento.
La transazione avviene, di fatto, al di fuori del sito da cui si acquista, l’utente a volte non se ne accorge nemmeno perchè non necessariamente viene reindirizzato ad una pagina esterna: potrebbe rimanere a compilare i dati sul sito dove sta acquistando ma i dati non transitano sul server della piattaforma di acquisto bensì su quello del gateway.
I gateway disponibili sono molti, ne citiamo a titolo di esempio alcuni diffusi in Italia: PayPal, Stripe, Nexi XPay, HiPay, Axerve. Ognuno ha caratteristiche simili ma caratteri distintivi e politiche di prezzo differenti.
La maggior parte applica tariffe minime fisse su ogni transazione + una percentuale rispetto al transato, altri scelgono di adottare percentuali più basse ma canoni fissi mensili.
In mancanza di un canone mensile fisso, le percentuali applicate ad ogni transazione variano da operatore a operatore.
PayPal offre varie soluzioni a seconda del volume d’affari del proprio e-commerce, partendo da 3,4% + 0,35 € a transazione;
Stripe applica un 1,4% + 0,25 € sui pagamenti con carta di credito europea e il 2,9% + 0,25 € se la carta non è europea;
Nexi XPay offre una soluzione Easy e una versione Pro, rispettivamente con canone mensile di 19,00 o 29,00 € e commissioni sul transato del 3,3% + 0,35 € o del 2,90% + 0,25 €;
HiPay offre soluzioni differenziate: la soluzione Professional varia dal 2,50% al 3,20% per transazioni di basso volume mensile (fino a 2500,00 €), scalando man mano che crescono i volumi. Non applica costi fissi sulle transazioni ma una tassa di prelievo di 0,50 € + iva;
Axerve propone una soluzione di base con costo per transazione del 3% + 0,35 € ed una soluzione senza costo fisso ma con canone mensile di 19,00 € + iva.
Complessivamente le tariffe potrebbero sembrare poco significative su transazioni di un certo rilievo. Il discorso cambia quando il volume mensile è basso e gli acquisti sul nostro e-commerce sono di valore modesto. Su una spesa di pochi euro, dove i margini sono risicati e incidono altri costi (ad esempio il trasporto), queste commissioni possono avere un impatto molto diverso: è quanto succede a chi si approccia per la prima volta alla vendita online ma anche a chi vende prodotti/servizi di valore unitario relativamente basso.
Sicuramente l’utilizzo del proprio circuito bancario, su cui poggiare la transazione mediante carta di credito, costa meno.
A fronte di costi più bassi, i circuiti di pagamento delle carte di credito devono però essere collegati al proprio e-commerce e questo richiede un’implementazione specifica, più o meno complessa a seconda dell’e-commerce utilizzato e del circuito di pagamento.
Inoltre, se al posto di un e-commerce abbiamo un marketplace (che raggruppa venditori diversi), ogni venditore utilizzerà il proprio circuito bancario: sullo stesso marketplace quindi devono essere implementati circuiti di pagamento differenti.
In alternativa, il marketplace deve proporre una propria piattaforma di pagamento su cui convergono tutte le transazioni. E’ quello che avviene sui grandi marketplace. I costi di gestione di queste piattaforme non sono facilmente identificabili, dipendono dai movimenti effettuati. Il marketplace li addebiterà ai singoli venditori in funzione delle transazioni effettuate, secondo logiche e piani di offerta diversi.
Ci sono anche altre possibilità di effettuare un pagamento elettronico, con costi più contenuti: ci sono soluzioni quali Satispay che ha creato un proprio circuito su cui l’acquirente deve essere registrato. Senza aver registrato il proprio account, l’utente non può utilizzare questa forma di pagamento.
E per il titolare dell’e-commerce questa dovrebbe rimanere un’opzione, affiancata a gateway che permettano all’utente di utilizzare la propria carta di credito, senza doversi necessariamente registrare su qualche altro circuito.
E poi ci sono Google Pay e Amazon Pay: l’utente approccia volentieri queste soluzioni essendo abituato all’acquisto su Amazon e ai servizi offerti da Google. Alcune piattaforme e-commerce offrono già l’integrazione Google Pay, in alternativa serve uno sviluppatore per integrarla nel vostro e-commerce. La notizia fuori dal coro è che Google Pay non ha costi, nè per il venditore, nè per l‘acquirente. Tuttavia è legato ad altro gateway di pagamento (quindi da qualche parte si paga comunque…). Amazon Pay promuove la configurazione del proprio sistema di pagamento, sottolineando il grande vantaggio di poter sfruttare il proprio account Amazon senza necessità di registrarsi nel sito e-commerce di acquisto. Amazon Pay ha costi simili a quelli di altri gateway: per volumi fino a 2500,00 € mensili richiede il 3,4% (decrescente al crescere dei volumi mensili) + una commissione fissa di 0,35 €.
La sfida è identificare la modalità o la piattaforma più conveniente in termini di usabilità da un lato e rapporto qualità/servizi offerti dall’altro. Resta sempre la maggiore difficoltà legata ad un marketplace, dove i venditori sono tanti, ognuno propenso ad accettare forme di pagamento diverse, adeguate alla propria organizzazione.
Difficile pensare di poter implementare un e-commerce senza un qualsiasi gateway di pagamento che permetta di finalizzare il pagamento al momento dell’acquisizione dell’ordine.
A questo proposito, per tranquillizzare chi ancora manifesta dubbi e incertezze sull’uso di questi strumenti di pagamento, un cenno ad una questione di massima importanza: la sicurezza delle transazioni.
La direttiva europea Psd2, in vigore già dal 2020, è diventata obbligatoria dal 1° gennaio 2021: le procedure di pagamento devono prevedere dei sistemi di autenticazione innovativi (ad esempio la SCA - Strong Customer Authentication e la tecnologia 3-D Secure) a due fattori (una password numerica - OTP - o un’impronta digitale) al fine di verificare l’identità dell’acquirente e procedere all’acquisto. Quindi tutti i gateway devono essere allineati alla direttiva adottando le misure tecniche necessarie al fine di garantire la corretta esecuzione del pagamento di un ordine di acquisto.
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