Nella quotidianità delle Micro e PMI, l’attività preponderante è sempre quella “produttiva”. Quasi sempre l’imprenditore è un lavoratore a tutti gli effetti, crea impresa dopo avere fatto esperienza oppure sulla base di un’idea e si concentra sulla creazione di valore da offrire sul mercato. Per l’imprenditore le funzioni non strettamente legate alla produzione rimangono sempre “residuali”, da svolgere a fine giornata o addirittura da esternalizzare: l’attività promozionale, amministrativa, contabile e finanziaria sono probabilmente gli esempi più eclatanti. Va tutto bene finché qualcosa si inceppa: un cliente chiude i battenti, un settore entra in crisi, si perde una risorsa chiave. Quale azienda non ha sperimentato un momento di difficoltà, trovandosi improvvisamente sbilanciata finanziariamente, senza avere attivato misure cautelative oppure, più semplicemente, senza sapere esattamente quale possa essere la soluzione più adeguata e a chi rivolgersi per fare le scelte più opportune.
Abbiamo avuto il privilegio di fare formazione con un professionista finanziario accreditato, il dottor Raffaele Giorgio Di Giacomo, per il quale abbiamo realizzato uno strumento software da utilizzare in ambito Fintech, iniziando una collaborazione che ci ha gratificato particolarmente, a conferma che un team motivato è in grado di fare la differenza.
Abbiamo intervistato il dottor Di Giacomo, chiedendogli di spiegare l’argomento trattato e il progetto che abbiamo sviluppato insieme. Condividiamo con grande piacere questo contributo, auspicando di diffondere una cultura ed un interesse di grande attualità.
D: Prima di tutto, cosa si intende per Fintech?
R: La Fintech permette di sviluppare innovazione in ambito finanziario attraverso la tecnologia. Partendo dal presupposto che il vero patrimonio dell’azienda è l’informazione, con il nostro strumento destinato al fintech raccogliamo ed elaboriamo i dati per gestire l’assetto finanziario delle imprese al fine di velocizzare e qualificare i processi di accesso al credito.
D: Solitamente, come accede al credito un’impresa?
R: Rivolgendosi direttamente alla propria banca. Soprattutto a seguito dell’introduzione degli accordi c.d. di “Basilea”, il sistema economico, nelle sue relazioni con gli Enti Finanziatori, è sempre più costretto dentro rigidi paletti e contemporaneamente il sistema bancario - per motivi di organizzazione - ha allentato la collaborazione diretta dei propri funzionari nella costruzione dei rapporti di accesso al credito. La pandemia ha aggravato la situazione. L’accesso al credito è sempre più difficile per le realtà economiche con poca esperienza finanziaria.
D: Qual è il livello di conoscenza dei piccoli imprenditori in materia di accesso al credito?
R: Riporto una definizione sentita di recente da un collega, pioniere della Fintech: “Mediamente, il livello di alfabetizzazione si può ricondurre alla scuola elementare”. La materia è sempre stata trattata all'esterno dell’azienda, affidata normalmente alla competenza dell’istituto bancario. L'indebolimento del rapporto dell’imprenditore con il funzionario bancario non è stato supportato da una formazione dell’imprenditore che si vede oggi privo di punti di riferimento. Di contro c’è una disponibilità di soluzioni finanziarie pressochè infinita. Bisogna sapere cogliere quella giusta.
D: L’introduzione del Rating nel sistema bancario non aveva lo scopo di agevolare l’accesso al credito da parte delle Micro e PMI?
R: L’utilità del Rating, come sostenuto da fonti autorevoli, nelle Micro e PMI può talvolta avere effetti contrari rispetto al suo fine. Poichè il rating parte da dati storici, la mancanza di storicità o situazioni pregresse non elaborate hanno un impatto negativo sulla valutazione dell’impresa con una conseguente penalizzazione in termini di valutazione di affidabilità. Sono un forte sostenitore di soluzioni operative che, pur partendo dal rating, si muovono in prospettiva, con iniziative pratiche da adottare velocemente in risposta alle esigenze immediate dell’imprenditore.
D: Se dovesse dare un suggerimento ad una Micro o PMI per migliorare il suo rapporto con il sistema bancario, cosa direbbe?
R: Premesso che la funzione del sistema bancario è fondamentale, quello su cui l'impresa deve focalizzarsi è come gestire il proprio assetto finanziario.
D: Ma come? Fino a poco tempo fa le banche erogavano prevalentemente finanziamenti a breve e a lungo termine nei confronti di controparti solide patrimonialmente.
R: Il punto cruciale è proprio qui: finalmente oggi (ma in realtà da sempre), ciò che ha valore per l’azienda è il suo assetto finanziario e come lo gestisce in funzione del suo autofinanziamento.
D: Ci spiega meglio questo concetto?
R: Ricordiamoci che un’azienda, micro/piccola, media o grande, se è liquida (cioè dispone di un assetto finanziario solido) è competitiva e si può sviluppare. Il focus da porre ben in evidenza è come individuare il proprio assetto finanziario e soprattutto come va gestito.
D: Quindi, in termini pratici, come possiamo aiutare un imprenditore a valutare la propria situazione ed eventualmente a correggere possibili deviazioni o criticità?
R: la soluzione è più semplice di quanto si possa pensare e la mia esperienza in questi anni di libera professione ha rafforzato la mia certezza che nove Micro e PMI su dieci hanno la soluzione in casa ma non riescono a vederla. Forti dell’esperienza professionale del nostro consolidato network di professionisti, tutti orientati su questa fascia di imprese, abbiamo costruito un software annoverabile tra le soluzioni dell’area fintech che consentirà alle imprese di elaborare il proprio assetto finanziario puntuale, individuando le azioni atte a reperire risorse finanziarie. Con questa proposta, usciamo dai cliché dei rating per presentarci con una soluzione operativa adatta a tutte le aziende e dotata di una logica stringente, a maglie strette, che non fa sconti a nessuno ma, nel contempo, offre una risposta di dove “mettere le mani” e da subito.
Possiamo anticipare che il nostro software apporta vantaggi sia all'azienda che alla banca.
L’Azienda può disporre di uno strumento informatico, semplice ed intuitivo, per un'analisi oggettiva utile ad impostare correttamente il proprio ASSETTO FINANZIARIO. Ne consegue che ottiene da subito un'indicazione operativa di come poterlo migliorare o consolidare e ha pronta la richiesta di affidamento da inoltrare on-line alla propria Banca.
La Banca riceve una richiesta di affidamento – gestita digitalmente - completa dei dati necessari per la valutazione della domanda, con una richiesta di fido precompilata. Ha pertanto un quadro esaustivo per valutare la qualità del credito richiesto e, ai fini del framework della normativa di “Basilea 3”, quale collocazione potrebbe avere nel proprio attivo patrimoniale.
D: Quindi ha elaborato procedure innovative in ambito di valutazione creditizia?
R: Senz'altro per quanto riguarda le modalità di impostazione del focus e la conseguente rimodulazione del rapporto Banca/Cliente, ma devo chiarire che il principio di fondo del software attende a tutte le tecniche e alle procedure che ho acquisito nella mia carriera alla Banca Commerciale Italiana, nella gestione della Concessione Crediti e che in una parola (anzi in un numero!) si definiva “253”. Vuole essere anche una risposta alle domande di accreditati professionisti interessati alla materia che, in questi anni si sono chiesti dove era andato a finire quell’importante patrimonio genetico della COMIT, tanto utile alle imprese di ieri e soprattutto oggi.
Permettetemi di cogliere questa occasione per esprimere un particolare riguardo e doveroso ricordo al Dottor Raffaele MATTIOLI e al Dottor Giovanni MALAGODI che, insieme allo staff della Direzione Centrale, hanno saputo porre solide basi all'attività della Banca. A loro, noi tutti, dobbiamo molto.
Per contattare il dottor Di Giacomo, potete scrivere all'indirizzo info@253algos.it
09 Settembre, 2024
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15 Luglio, 2024
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