La sicurezza informatica non prende le ferie

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Veronica Araldi 21 Luglio, 2025

La sicurezza informatica non prende le ferie

L’estate, si sa, è il momento in cui tutti cerchiamo di staccare. Ma mentre noi programmiamo viaggi e chiudiamo uffici, i criminali informatici non smettono di lavorare. Anzi, proprio quando le difese aziendali sono più “rilassate”, si moltiplicano i tentativi di attacco. E i numeri, purtroppo, confermano questa tendenza.

Secondo il Rapporto CLUSIT 2025, l’Italia ha subito nell’ultimo anno il 10% degli attacchi informatici globali, un dato allarmante se si pensa che il nostro Paese rappresenta meno del 2% del PIL mondiale.

E’ anche vero che il tasso di crescita degli incidenti nell’ultimo anno rispetto alla crescita globale è meno significativo (+15% in Italia contro +27% a livello globale) ma è indicativa la distribuzione delle vittime per categoria: al primo posto la categoria News/Multimedia (18%) ma subito a seguire Manufacturing (16%) che a livello globale rappresenta il 6%.


 

Lo scenario italiano presenta quindi delle peculiarità rispetto alla situazione globale con un triste primato di attacchi nel settore Manifatturiero, costituito principalmente da PMI, che sono notoriamente l’ossatura produttiva nazionale. Le nostre aziende sono particolarmente esposte: meno risorse, meno strutture dedicate, più vulnerabilità.

Proprio per questo, hanno ancora più bisogno di proteggersi.

Sempre citando i dati statistici, nel 2024 la tecnica di attacco più diffusa in Italia è il Malware (38% degli incidenti) ovvero i “virus” che compromettono il funzionamento o corrompono i dati; si riducono gli incidenti causati da DDoS (21%), cioè un sovraccarico di traffico dannoso verso servizi online per renderli inaccessibili; entrano prepotentemente gli incidenti basati su vulnerabilità (19%); segue il Phishing (11%), a conferma che il fattore umano resta il varco di accesso più facile.

Spesso, ci si immagina la cybersecurity come qualcosa di complesso, riservato a grandi aziende con reparti IT strutturati. In realtà, oggi esistono soluzioni accessibili, modulari, adatte anche alle piccole realtà. E non serve diventare esperti di sicurezza per iniziare a difendersi meglio.

Tanto per cominciare, è fondamentale lavorare sulla Consapevolezza. La maggior parte degli attacchi sfrutta ancora l’errore umano: una password debole, un click affrettato su una mail sospetta, un backup dimenticato. Investire nella formazione dei dipendenti – anche solo con piccole pillole informative o simulazioni periodiche – può fare la differenza.

Poi c’è la questione degli Aggiornamenti. Sembra banale, ma lasciare attivi software o sistemi operativi non aggiornati è come lasciare la porta aperta prima di partire per le ferie. Automatizzare il processo di patching è oggi alla portata di tutti, e consente di chiudere molte vulnerabilità senza fatica.

Un altro aspetto spesso trascurato è il Backup. Avere una copia sicura e accessibile dei dati aziendali è l’unico modo per difendersi da ransomware e incidenti. Ma il backup deve essere fatto bene, testato periodicamente, e soprattutto separato dal sistema principale. Non basta salvarlo “sullo stesso PC” o in una cartella condivisa.

Certo, esistono anche strumenti più evoluti, come l’autenticazione a più fattori (MFA), le VPN aziendali, i sistemi di monitoraggio attivi. Ma il punto non è partire da lì. Il punto è iniziare, oggi, con ciò che è già fattibile. Anche solo una buona password policy può aumentare la sicurezza aziendale in modo drastico.

Affrontare il tema ora, prima della pausa estiva, significa poter partire più sereni. Perché se è vero che la sicurezza non va mai in vacanza, è anche vero che noi possiamo andarci più tranquilli, sapendo di aver alzato un po’ di più le nostre barriere digitali.

In Webinteam ci occupiamo anche di rendere queste soluzioni concrete e sostenibili per le PMI: audit leggeri, formazione su misura, sistemi di backup automatici e supporto nella gestione delle policy. Piccoli passi, ma fondamentali, per non restare indietro.

La sicurezza informatica non è una destinazione: è un percorso. E ogni passo nella giusta direzione conta.

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